mercoledì 29 aprile 2015

LA SIEPE

Occorre definire cos'è "una siepe" anche se ovviamente si tratta in genere di una successione di piante di varia altezza, di solito in una situazione perimetrale della proprietà, in funzione di barriera, ma questa definizione è a dir poco limitativa.
Se si naviga un po' su Google, si può trovare una chiara analisi fatta da un Architetto del Verde modenese, ed in breve riporto le varie tipologie:

Per dimensione:
Siepe bassa, cespugli piccoli tipo Spirea, Santolina, Lavanda, rose tappezzanti, Abelia ecc., che hanno una funzione specifica nella fioritura e, di solito, è una siepe non perimetrale.
Siepe media, composta da cespugli tipo Lillà, Weigelia, viburni, filadelfi, cornus,Osmanthus, Calicantus, rose anche rampicanti tipo Marmade ecc. Queste specie compongono già una discreta barriera.
Siepi alte, Carpino, aceri vari, Biancospino, Ibisco, Melograno, ma anche Roverella, pruni, ecc. Qui siamo nel campo dove la siepe limita grandi aree, e di solito non in città.

Per forma :
Siepe verticale, normalmente alta, ottenuta di solito con Leylandi (se si amano i problemi) o anche Tuye, Osmanthus ecc. Anche in questo caso, per la normativa comunale vigente, questa siepe deve essere forzatamente in campagna, dato che in teoria la siepe non dovrebbe superare i 200 cm/h.
Siepe libera, che io definisco all'inglese, nel senso che è composta da una serie di piante, tutte differenti, attualmente di solito sempreverdi, ma che una volta erano piante spoglianti e costituivano le siepi di confine di tutta la campagna. (Notare: erano perfette biologicamente ed in linea con il concetto di biodiversità)
Forma obbligata, classica siepe all'italiana, topiata a squadro su Bosso, Ligustro, Tasso ecc. con alti costi di manutenzione, che nell'immaginario locale è l'unica siepe concepibile, ma c'è di meglio. Comunque nelle ville d'epoca sono ancora mantenute.

Per sito:
Urbano: di solito sono di piccole dimensioni.
Extraurbano: di grandi dimensioni. Notare che una siepe frangivento in piena campagna limita la potenza del vento su un'area di quindici volte l'altezza della siepe stessa.

Per funzione:
Schermo visivo, con soecie fiorifere, anche fruttifere, a difesa della Privacy per quanto sia possibile in città
Siepe frangivento (anche con linee parallele di cespugli, piante medie, alte, di nuovo medie e cespugli)
Siepi difensive, con piante spinose, Poncirus trifoliata, Agazzino ecc.
Siepi per l'abbattimento inquinanti, di solito con foglie tormentose per le polveri, per assorbire e non riflettere il rumore (ad esempio si vedano alcuni tratti della Tangenziale Nord)
Siepi per la promozione ecologica e la biodiversità, si pensi a quanta fauna trova rifugio e cibo in una siepe mista , autoctona o alloctona che sia.

Supponiamo ora che si debba realizzare una siepe per l'esattezza nel territorio modenese.
Tenete conto che il terreno del nostro territorio è composto di argilla e limo, non ha scheletro, è normalmente compatto, impermeabile, appiccicoso d'inverno e si spacca a mattonelle d'estate. E' ideale per fornire le condizioni di asfisia radicale e, nel peggiore dei casi, nelle nuove costruzioni, la "terra da giardino" è quella di scavo profondo, sterile, e, di solito, il primo strato copre i rottami derivati dalla costruzione. Una vera pacchia per il giardiniere. In ogni caso si devono fare le buche, e, nel caso della siepe, meglio fare una fossa continua di misura adeguata. In questa occasione è bene eliminare rottami, sassi ed altre cose che possono costituire un drenaggio anche, al limite, seppellendoli il più possibile in profondità. Occorre poi eseguire una adeguata concimazione di fondo, dato che il 99% dei casi è costituito da terreni sterili.Il miglio concime in questo caso è il Cornunghia che, oltre ad un 14% di Azoto a lentissima cessione, apporta anche una molto efficiente flora batterica.
Sarebbero necessari ammendanti tipo lo stallatico maturo, ma trovarlo buono è oggi praticamente impossibile.
Di solito si impiegano piante in vaso (franche di vaso) ma c'è sempre il problema che la nostra terra è tutt'altro che friabile e quando si tratta di chiudere la buca, potremmo scoprire che non si riesce a chiudere bene il pane delle radici , quindi occorre terricciato in sacchi o meglio, sabbia lavata del Po. Quest'ultima, oltre ad avere un prezzo più che abbordabile, ha la caratteristica di infilarsi in tutte le cavità, rendere fresca la zona attorno al pane delle radici e inoltre, ha un grande potere rizogeno, ed è un ottimo ammendante per il terreno argilloso.
Attenzione. Il colletto delle piante (qualsiasi pianta) NON DEVE ESSERE SEPOLTO.Meglio che il colletto sia un dito sopra terra (magari ricoperto di sabbia) che mezzo dito sotto. Inoltre è meglio posizionare le piante molto rade piuttosto che metterle già in condizione di competizione.
Per il primo anno è opportuno mettere una linea di ala gocciolante con un timer.
Dare comunque il minimo indispensabile di acqua e, dopo il primo anno, annaffiare solo quando è strettamente necessario e a titolo di irrigazione di soccorso, altrimenti avrete le condizioni del marciume radicale.
Vediamo ora alcune regole fondamentali
1) Le piante che danno bacche decorative (Piracantha) devono essere potate in inverno, prima che formino i getti fioriferi che si formano spesso sui rami dell'anno precedente.
2) Per le sempreverdi e conifere interventi regolari a fine inverno, anche a fine primavera e/o inizio autunno.
3) Le siepi informali e selvatiche sono da potare il meno possibile mantenendo assolutamente l'equilibrio naturale. Pulizia entro Marzo.
4) Il Prunus Laurus Cerasus ha una sicura crescita impetuosa a Marzo, da potare a Maggio. Possibile ripresa a fine estate ma attenzione, se si pota in periodo di sole forte le foglie esposte si ustionano.
5) Carpino: ricompattare a Marzo, ripetere eventualmente a Giugno.
6) Per tutte le specie: dopo il taglio non devono restare sulla siepe o al suo interno le parti tagliate.

Nota Bene
a) I sempreverdi potati danno luce alle foglie sottostanti che possono ustionarsi ed imbrunire
b) Conifere e cipressi se capitozzati reagiscono allargando alla base e, soprattutto formano mazzi di cime condominanti, ragione di inevitabili problemi.
c) La sagomatura deve essere tale da dare luce alla base e permettere a guazza, pioggia ecc. di arrivare anche ai rami vicino a terra, quindi deve essere a trapezio, ed il vertice  deve essere praticamente arrotondato.
d) Fili, legacci tutori ecc. non sono cose da applicare alle piante. L'affastellamento provocato dal legare rami e rametti per chiudere qualche fallanza serve solo a togliere luce all'interno, provocare altri danni, richiamare patologie entomologiche e crittogamiche.
e) Controllare periodicamente l'eventuale presenza di intrusi del tipo: vite, rovi, clematis, edera, alianto, celtis, convolvoli, equiseti.

Patologie
Fatevi coraggio, sono tante e ce ne sono sempre di nuove.
Molte sono dovute al nostro territorio a causa della terra argillosa ed impermeabile, compatta, non drenata. Una pianta sofferente per queste cause è facilmente attaccata sia da agenti entomologici che crittogamici. Tante altre dipendono dalla mancanza di attenzione, incuria, tagli sbagliati,eccesso di concimazione, eccesso di irrigazione. Spesso una pianta bloccata nella crescita sembra colpita da una patologia, ma spesso, in fase di impianto, è stato seppellito il colletto.A volte invece è indispensabile intervenire con insetticidi, anticrittogamici, acaricidi, diserbanti.
E' utile conoscere il significato di TOPICO e SISTEMICO
Topico deriva dal termine greco TOPOS che significa "luogo". E' un prodotto che, irrorato su una pianta funziona solo dove viene a contatto. Esempio: il vecchio "solfato di rame"unito al latte di calce, l'attuale ossicloruro di rame, lo zolfo idrosolubile, ottimi prodotti che hanno il grande vantaggio di non essere delle molecole sintetiche e di essere ammessi in misura limitata in agricoltura biologica e di essere di uso libero.
Sistemico si riferisce ad una sostanza di origine chimica che viene assorbita e gestita dall'apparato linfatico della pianta e distribuita anche fino all'ultima delle radici e la più lontana delle foglie, se la pianta è in sistemia (cioè non è in riposo vegetativo, ma sta lavorando)
Definire a quale patologia siamo davanti non è facile. Meglio fare prevenzione che curare. In linea di massima, se in primavera si procede ad una copertura trivalente, composta da un insetticida sistemico, un anticrittogamico sistemico e una soluzione di olio minerale, per tutta la stagione si può stare tranquilli (ma sempre in guardia) Tale copertura tiene lontani : afidi, oidio, cocciniglia. Non copre il pericolo di acari, soprattutto sull'oleandro, carpino e tiglio.Importante sapere che ci sono prodotti di libera vendita che sono a base di molecole veramente efficaci.

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