giovedì 15 ottobre 2015

15 ottobre 2015
note per "orto in balcone"

Evidentemente si tratta di una situazione all'interno di una abitazione in condominio, da cui tutte le difficoltà dovute al rispetto delle regole condominiali.
Prima di tutto occorre considerare che le colature di acqua per irrigazione sono da evitare, come pure l'eventuale caduta foglie, il sovraccarico dovuto al peso dei vasi, e spesso anche alle esigenze estetiche della struttura

Schematicamente i punti base sono:
-contenitori
-terriccio
-drenaggio
-irrigazione
-concimazione
-cosa piantare, quando
-patologie

CONTENITORI:
C'è una vasta scelta, a partire dai normali vasi di terracotta, di plastica, di metallo, legno ecc.
-la terracotta è traspirante, quindi le radici sono più protette dal caldo/freddo, ma ci vuole più apporto idrico che per la plastica, è pesante e sovraccarica la portata del balcone, inoltre è costosa.
-la plastica è leggera, costa meno della terra, ma si scalda nei lati al sole, non regge le eventuali piante alte a meno che non siano ancorate.
-il legno, sarebbe l'ideale, ma non regge al tempo, è costoso, di difficile manutenzione, anche se bello esteticamente.
-i materiali di recupero, interessanti se impiegati ingegneristicamente
-i sottovasi; se l'acqua ristagna produce inevitabilmente marciume e perdita conseguente della coltivazione, ed anche del terriccio (dato che il marciume è micotico).Inoltre il sottovaso tende a colmarsi in fretta, quindi
i liquidi contenuti tracimano, ed a questo punto non si tratta più di sola acqua.......

TERRICCIO
Termine alquanto vago, lo potete trovare anche qui ai Portali.
Consiglio di non adoperarlo in purezza di sacco, ma dipendentemente da quello che si vuole coltivare, occorre (a mio parere) miscelarlo con almeno un 25% di sabbia lavata del fiume PO, ed un 25% di terra da giardino di natura argillosa. Esemplifico l'eventuale coltivo di salvia e rosmarino: se nel vaso trovano SOLO terriccio di sacco di natura organica (come di solito) quelle piante deperiscono velecissimamente, perchè necessitano di terreni magri, pochissimo concimati, assolutamente drenati -
Un consiglio disinteressato: leggete bene e con spirito critico quelle che c'è obbligatoriamente scritto sul retro del sacco, e tenetevelo a mente.

DRENAGGIO
Le uniche specie che necessitano di acqua nel sottovaso sono: il papiro e le calle, per tutte le altre l'acqua deve essere un passaggio veloce (ma quotidiano) attraversante la zolla di terra e che la rende fresca.
E' molto più facile distruggere una pianta con troppa acqua (e anche con troppo concime) che annaffiando poco. Una pianta che si sta seccando per poca acqua si può salvare, una pianta stressata da troppa acqua è irrecuperabile. La misura giusta sta nelle vostre mani, letteralmente, appoggiando il palmo sulla superficie del vaso : se avete l'impressione di secco chiaramente occorre annaffiare; se sentite fresco va bene così; se avete l'impressione di fradicio occorre riconsiderare i ritmi di irrigazione ed anche il drenaggio, soprattutto il drenaggio perchè è ovvio che dal vaso l'acqua non esce.
Inoltre ci sono problemi di raccolta e smaltimento dell'acqua in esubero, per evitare colature dal balcone. se ci sono dei buttafuori va anche bene, se non ci sono occorre disporre di una peretta per assorbire dalla vaschetta del sottovaso.
Per il problema delle colature ovviamente un eventuale impianto di irrigazione con timer moltiplica in modo esponenziale sia i vantaggi nella coltivazione che i problemi di colatura.

IRRIGAZIONE
Il balcone di solito è un vano esterno, ma con una copertura. Questo determina il fatto che le precipitazioni naturali NON arrivano sulle coltivazioni. Pertanto sulle piantine si accumula polvere, soffrono per la mancanza di umidità notturna naturale e della eventuale sanificante pioggia.
Se c'è un impianto automatico, l'ideale sarebbe l'irrigazione con sprinkler nebulizzanti (in sottochioma per alcune specie, soprachioma per altre) i due bar garantiti dalla rete sono sufficienti per una adeguata pressione. Fra l'altro questo sistema evita i percolaggi, dato che la nebulizzazione tende ad una rapida evaporazione.
Nei casi di periodi ventosi, l'irrigazione va maggiorata, perchè il vento asciuga e disperde l'umidità.

CONCIMAZIONE
nei vasi le piante hanno una zolla di terra limitata dalle pareti del vaso stesso, ed in breve esauriscono gli elementi nutritivi.
sostanzialmente i concimi forniscono questi elementi:
-sostanza organica- concimi organici da deiezione animale, quasi sempre pellettati, contenuto in sostanza attiva leggibile nei sacchi, di solito tenore di azoto attorno allo 0,5%- (tenete conto che producono un
colaticcio maleodorante, spesso non gradito ai condomini). Esiste anche il Cornunghia, i Quoiattoli, la farina d'ossa, ecc. Propendo per l'uso (molto discriminato) del cornunghia (14% N) che viene sicuramente tutto
assorbito a lungo periodo.
-concimi liquidi- sono tutti a pronto effetto, occorre darli a periodi brevi.Secondo me stressano le piante, sono complessi nel senso che contengono i tre elementi base NPK (anche i microelementi)
-concimi di sintesi- vasta gamma di scelta, ma per l'orto su balcone propendo per la versione Osmokote, che in pratica è una mini sfera di resina, che contiene una miscela di npk e microelementi, e che si può trovare
per una durata di tre o sei mesi, quindi copre tutto l'arco di coltivazione stagionale.
-concimi organo/minerali- sono i più validi. Non ci sono elementi di sintesi, spesso sono a base solforica e non clorica, quindi validi nel senso del PH in relazione al tipo di acqua del nostro acquedotto abbastanca
carico si sali di calcio. A questo proposito osservate l'efflorescenza bianca spesso presente nei vasi di vecchia coltivazione, quasi costante in tutti quelli che si possono osservare. quando è presente l'unica cosa da
fare è buttare la terra sotto una siepe, dove si rigenera (con un bel pò di tempo), lavare il vaso con aggressivi chimici, e procedere rinvasando con terriccio nuovo.

COSA E QUANDO PIANTARE
Il cosa dipende da questioni personali. Io propendo per avere sottomano specie che servono sempre: Rosmarino, salvia, prezzemolo, cipollina, rucola, crescione di terra, aromi ed odorose in genere. Sono specie anche sufficientemente semplici da coltivare, e ne servono quantità limitate. Pretendere di avere sul balcone i radicchi e l'insalata per tutto l'anno mi sembra un pò troppo, per non parlare delle cipolle, patate, pomodoro, cavoli verze ecc.ma se volete potete provarci. Dovrebbe essere istintivo capire che una pianta di zucca, che apre un apparato fogliare di almeno un metro di diametro e conseguentemente un apparato radicale largo e soprattutto profondo,non trova sui balconi contenitori adeguati; stessa cosa patate, cavoli,cavolini di bruxelles ecc. In primavera ci sono in commercio delle specie nanizzate molto carine e produttive, ed anche molto decorative (aspetto da tenere in debita considerazione) soprattutto pomodorini a grappolo, peperoncini piccanti e non, melanzane ecc. Inoltre ci sono piante innestate su franchi molto robusti, che costanto un po'di più, ma producono facilmente molto di più. Spesso dai rivenditore ci sono volantini e depliants illustrativi molto interessanti (ed interessati)
Inutile (ma molto interessante) coltivare con quello che si è seminato. La semina porta con se' una serie di altri problemi, che qui non è caso di considerare, ma ora è possibile e vantaggiosamente seminare la valerianella ed il crescione di terra (lepidium sativum) che sono fra l'altro velocissimi a vegetare e non temono la stagione in declino climatico.

Nelle stagioni opportune si trovano sia nei garden center che nei punti vendita di cose per l'agricoltura, delle "piantarole" delle verdure normali: in questa stagione (autunno) potete avere:
radicchi ed insalate invernali, cipollotti da pinzimonio primavera, odorose varie, verze e cavoli, finocchi, sedano, prezzemolo.
In primavera la gamma ovviamente e' maggiore, aggiungendo peperoni, pomodori, melanzane, ecc
Personalmente ritengo che la terra (anche e soprattutto quella in contenitore) sia una cosa viva e come tale necessiti di opportuno riposo, quindi a fine autunno va adeguatamente concimata con organico, lasciata scoperta dopo la svangatura (con una normale paletta da giadino) e se nevica approfittatene per prendere la neve e metterla sulle cassette, lasciate e sperate che geli fortemente, intanto progettate le coltivazioni future.
Un consiglio; inevitabilmente andrete incontro a qualche guaio, ma occorre tenacia, e soprattutto l'analisi corretta della situazione, scoprendo le cause e rimediando. Esiste una vasta letteratura, manuali a non finire, alcuni anche molto seri e professionali, per non parlare delle notizie che potete trovare su internet: insomma, avendo un pò di tempo e di voglia ci si salta fuori. A proposito di internet, guardate che non è tutto oro colato quelle che vi raccontano, diffidate e considerate, parametrate e non accontentatevi della prima lettura.

PATOLOGIE
non ce ne sono poche, ma una infinità, e sono in aumento. Possiamo catalogarle in due origini diverse: Micotiche ed Entomologiche: in parole povere da funghi o da insetti.
Di solito partendo da materiale sano, e con una normale prevenzione, non ci sono grossi problemi: consiglio una pompetta a precompressione per disinfettare il terreno ed i contenitori con una soluzione di zolfo bagnabile in inverno, e con ossicloruro di rame a coltivazione attiva, ad esempio per disinfettare le piante all'atto del trapianto autunnale o primaverile, e con questo abbiamo (in teoria) messo in copertura dai problemi micotici, spesso comunque legati alla troppa acqua fornita al terreno o alla scarsa circolazione dell'aria fra piantina e piantina (questo succede spesso perchè non si tiene conto in fase d'impianto del ritmo di crescita della pianta stessa, che viene a chiudere gli spazi iniziali fra le piante stesse, niente passaggio di aria e di conseguenza aumento dell'umidità da cui proliferazione di fumgosi tipo oidium)
Insetti: i più pericolosi NON sono quelli che si vedono -afidi, ragnetto rosso, lumache e limacce, cimici, ozziorrinco,cicaline, farfalline ecc bensì quelli che si vedono sono con strumenti ottici, dal lentino al microscopio: Ma non preoccupatevi, non vedete loro, ma i loro effetti sicuramente sì.
Parlo soprattutto delle larve dell'ozziorrinco, del maggiolino, ma peggio ancora dei nematodi, ferretti ecc, visibili solo quando normalmente è tardi.
Come arrivano questi ospiti indesiderati ? Come anche le lumache e le limacce, spesso hanno chiesto un passaggio nei vasetti delle piantarole. Consiglio di controllare bene all'acquisto, svasando delicatamente dalla fitocella, ma soprattutto guardate bene che dove state comprando ci sia un forte smercio, garanzia che il materiale non permane dal venditore a lungo, ed in ogni caso diffidate. Le radici devono dare l'impressione di turgido, sano e l'aspetto generale deve essere bello.
In ogni caso, dato che sul balcone e soprattutto sulle piante che poi arrivano in tavola, è assurdo fare trattamenti con molecole velenose, ci sono prodotti insetticidi a base di piretro molto validi, ma anche prelevare l'insetto con le mani (magari con i guanti) è buona pratica. Chiaro che un buon spirito di osservazione risolve in anticipo molti problemi.
C'è un sito su google che informa dettagliatamente sul problema "insetti, larve e parassiti dell'orto"
Sulla patologia vegetale esistono montagne di testi scientifici, ed anche testi divulgativi facili da leggere e da trovare. in ogni caso ogni buon manuale di orticoltura fornisce tutto quello che serve per le normali osservazioni e pratiche.
I nematodi classificati a tutt'oggi sommano a circa 12.000 specie, non tutti sono negativi, addirittura ci sono nematodi che cannibalizzano i loro conspecifici, e sono presenti in tutti gli ambienti, dal mare sino all'interno dei nostri barili d'aceto balsamico, dove fanno danni irreparabili (anguillula aceti) attualmente all'onore delle cronache c'è l'Anisakis che vive in mare, ma si fa trasportare anche sulla terraferma. A noi interessano i nematodi presenti nel terreno, che parassitizzano le radici ad esempio del pomodoro e altre verdure. Producono malformazioni radicali, danneggiano fortemente parecchie specie normalmente prodotte.
nel campo come lotta biologica si impiegano le crucifere, colza, ravizzone, senape ecc, che emettono sostanze tossiche per i nematodi, nei nostri vasi è molto utile inserire i gazanini, che pure hanno sostanze mortali per i nematodi, ma forniscono quanto meno una fioritura lunga e gradita a molti. Il processo funziona soprattutto con il sovescio.

COMPOSTAGGIO
a meno che non abbiate un balcone grande come un campo, non è il caso di parlarne

HUMUS DI LOMBRICO
ottimo materiale, da impiegarsi soprattutto in fase di trapianto, non è facile trovare un prodotto veramente valido. Occorre sperimentare.

SABBIA LAVATA DEL FIUME PO FINE
indispensabile averla sottomano sempre, costa niente rispetto ad altri prodotti, ha effetti duraturi, è rizogena, non ha controindicazioni.

TNT-tessuto non tessuto
in commercio essenzialmente due tipi
Agrivelo- leggero e semitrasparente, protezione invernale dal freddo e da correnti d'aria.
ad alto spessore, reperibile presso rivenditori di materiale edile, serve per separare il terriccio dal materiale di drenaggio nelle cassette e nei vasi



mercoledì 29 aprile 2015

PIANTE VELENOSE E TOSSICHE

PIANTE VELENOSE E TOSSICHE
premessa:l'unica cosa certa che so sulle piante è che so di non sapere, e che comunque sono disposto ad imparare.
le notizie date in questo incontro provengono da un testo francese di Jean Brunetton- Plantes Toxique, vegetaux dangereux pour l'homme et les animaux.

Di questi tempi nelle riviste ed in genere sui Media viene dato per scontato la conoscenza di un vasto numero di piante commestibili in natura, ma in effetti la casistica riportata sul testo suddetto smentisce, riportando cifre ufficiali del tipo : negli stati Uniti nell'anno 1994 sono stati registrati 103.616 casi di incidenti con le piante, e la tendenza è all'aumento.
Così si scopre che non solo nei boschi, ma nei nostri giardini e dentro le nostre case è possibile avere problemi anche gravi.
Escludiamo qui il problema funghi, e procediamo per specie appartenenti alla stessa famiglia, ma teniamo in considerazione l'effetto globalizzante attuale, per cui in casa ci troveremo una GLORIOSA Superba acquistata sui cataloghi olandesi, ma proveniente dal Malabar ed Africa, con forti contenuti di colchicina, o molto più frequentemente la DIEFFENBACHIA (aracee) che nei paesi d'origine compare in ricette di alcuni veleni per freccie, e che comunque può provocare dermatiti per semplice contatto, ed edemi in caso di ingestione (arpioni di ossalato di calcio)
Ovvio che per lo più il pericolo è per i bambini, ed al limite per gli animali domestici (anche se per la verità di solito gli animali conoscono il pericolo anche delle piante esotiche)
Normalmente la pericolosità di un veleno è data data quantità ingerita, è noto che in Omeopatia sono frequentemente usati principi a base di specie fortemente tossiche (aconitum, brionia, veratrum ecc)
in termini tossicologici "Tossico" si collega ad esempio alla Digitalis, Belladonna, veratrum ecc,potenzialmente mortali, ma fortunatamente i disagi legati a piante tossiche sono nelle nostre regioni relativamente pochi, anche se i danni spesso sono multipli: allergie respiratorie, dermatiti, fotosensibilizzazioni, aggressioni da spine e bordi fogliari taglienti ecc: anche questi sono "danni vegetali".
L'obiettivo principale di questo incontro è creare dei dubbi più che delle certezze (cosa demandata alle riviste ) soprattutto cercare di prevenire ingestioni improprie, evitare i rischi di una automedicazione incontrollata a mezzo di piante (che spesso viene negata e nascosta al medico cui ci si rivolge)
Un dato statistico: Il 79% dei casi coinvolge giovani - di cui il 50% inferiore a a TRE anni-
Una volta su due si tratta di problemi gastro/intestinali, una volta su dieci Cardiovascolari e cutanei.
Fra gli adulti un 13% dei casi è risultante da un tentativo di suicidio.
Le vittime sono spesso sotto i tre anni, spesso per ingestione di bacche.
In conclusione : i casi di avvelenameno sono tutt'altro che rari, e va sempre bene quando non capitano in famiglia.
Sono generalmente senza conseguenze, anche perchè generalmente il veleno vegetale è fortemente amaro, e quindi difficilmente se ne ingerisce molto, spesso è disgustoso (ma non sempre: Arum, dulcamara)
Gli incidenti più frequenti sono per contatto su cute e mucose:
-Orticaria indotta da peli urticanti, o lattice (euphorbiacee ed attualmente Rincospermum)
-Irritazione primaria meccanica, spine, concrezioni minerali (aracee), o chimiche (Thimeleacee) linfe di ranuncoli ecc.
-Fototossicità: apiacee, rutacee (iperico) moracee ( linfa del fico)
-Incidenti per ingestione: quasi sempre è un atto volontario dell'adulto, che cucina una pianta che ritiene commestibile (liquore di veratrum scambiato per Genziana Lutea) o che ritiene salutare
Nota Bene:l'infuso prolungato di frutti tipo bacche di Prunus Laurus Cerasus in alcool estrae Amigdalina, che a livello acidi dello stomaco sviluppa acido prussico. E tanto per non dare tutto per scontato, l'Ocimum Basilicum del pesto alla genovese, se viene utilizzato nelle sue prime 4-5 foglie è seppure leggermente tossico, in quanto per autodifesa dagli animali erbivori elabora tossine che successivamente scompaiono. Per inciso e per esperienza personale, se avete un giardino dove ci sono animali brucatori (caprioli ecc) metteteci tutte le labiate che potete ( menta, timo, salvia,monarda ecc)
Attualmente l'uso a fini alimentari e salutistici, indotto dal bisogno di autenticità, ritorno alla natura, semplice curiosità ecc, porta molta gente a consumare specie selvatiche.
Vengo da una famiglia che abitava in campagna, quindi le normali piante che venivano raccolte soprattutto in primavera le conosco, ma qui vorrei sapere chi conosce il Tragopogon (barba di becco) e chi saprebbe oggi trovare la Intibus Cicorium, e ancora di piu' il crescione, specie che ormai appartengono alla archeologia botanico/gastronomica; Eppure in alcune regioni è ancora possibile trovare nei mercati delle misticanze molto complesse, ma occorre essere capaci di identificare con sicurezza e correttamente le specie, ma soprattutto convincersi che non tutto quello che è naturale è anche automaticamente benefico e non dannoso.
L'errore di identificazione è all'origine di incidenti di gravità variabile, esempio:
bulbi di ornitogallum scambiati per Muscari comosus
bacche di Paris quadrifolia e di Belladonna scambiati per Mirtillo
radice di rafano (armoracia rusticana) scambiato per radice di Fitolacca decandra
ma soprattutto scambiare la genziana lutea con il veratro è potenzialmente mortale.
Anche il non rispetto per le antiche norme di cucina che permettevano a popolazioni povere di fruire di piatti gustosi (germogli di clematis vitalba, germogli di fitolacca) spesso sono disattese.
Spesso nelle riviste e pubblicazioni periodiche sono trascurati i dosaggi relativi all'uso di alcune specie, ed il mercato relativo alla medicina naturale ed allopatica, in forte aumento e che sollecita la curiosita di un pubblico sempre più vasto, non considera che anche una pianta benefica può essere causa di errori di dosaggio e quindi di danno. In Farmacia è facile vedere ceramiche antiche con scritte tipo Atropa belladonna, Jusquamo, e di solito in farmacia non si vendono veleni, si spera, l'unica differenza è il sapiente dosaggio, ed il risultato che si vuole ottenere.
Vediamo ora cosa si può facilmente trovare nel giardino di casa o dentro casa: esposizione per famiglie botaniche.
TAXACEE. taxus bacata, commestibile solo l'arillo rosso, i resto è fortemente tossico-sacro in tutte le religioni, (è citostatico :Taxolo)
AMARILLIDACEE:Narcissus, Galanthus, Leucoljum,Steibergia ecc grossi complessi di alcaloidi, anche dermatiti da contatto
APIACEE- 3000 specie, molto omogenee anatomicamente, ma per questo molto difficili da identificate con precisione.Daucus Carota,Sedano, Coriandolo, Prezzemolo, Anegelica tutti li conosciamo: ma fuori dall'orto di casa ce ne sono migliaia di specie e sottospecie estremamente pricolose (cicuta, Conium Maculatum -Socrate) che inducono alla massima attenzione
APOCINACEE.180 Generi,1300 specie- da noi frequenti sono Vinche e Nerium Oleander:quest'ultimo è conosciutissimo, ma la Vinca non tanto, essa è carica di alcaloidi con i quali si può decollare e volare, ma risulta molto pericoloso l'atterraggio.
ARACEE- nei bosci Arum ed Asarum; in casa Zantedeschia, colocasia, anthurium, dieffenbachia, monstera, Philodendron, spatifillum, syngonium, ci portano in casa foglie esuberanti ma anche una bella collezione di arpioni di ossalato di calcio. Da ricordare che l'ARUM è frequente e portato anche nei giardini, e dopo l'infiorescenza matura una spiga di bacche colorate e dolciastre, attraenti ma piene di arpioni, e conseguente forte irritazione di cavo orale e faringe,
ARALIACEE-da noi Edera, assunzione di bacche significa vomito e diarrea, in casa abbiamo schefflera e fatsia Japonica
ASTERACEE-compositae,21000 specie, divise in 1300 generi, fra i buoni di famiglia ci sono i girasoli, il carciofo, le cicorie, ma i cattivi sono parecchi di più, a partire dai Seneci, le cinerarie, il doronico sui ns monti, la ligularia nei giardini. A proposito del senecio, citato spesso come rimedio medicinale, ha condotto spesso a severe intossicazioni: Spesso contamina i raccolti dei cereali con alcaloidi epatotossici
BERBERIDACEE: Mahonia , crespino (che in alcune specie il frutto viene usato come colorante), Nandina domestica (bacche provocano fastidi intestinali)
BORRAGINACEE-foglie tipicamente ispide, molto comuni. Pulmonarie, Consolide, Myosotis, Bouglosse ecc: l'unica pericolosità è dato dall'abuso della Consolida e del Symphitum Officinalis, per la presenza di alcaloidi epatotossici, peraltro rintracciabili anche nella citatissima ovunque Borraggine. Consiglio vivamente di approfondire l'argomento Borragine, e garantisco sorprese.
CAPRIFOLIACEE-Madreselva Lonicera, caprifolio, Viburnum Lantama, Sambubus Nigra, Symphorina-mali di pancia e malessere diffuso.
CUCURBITACEE-tutti conosciamo quelle utilizzate in cucina, alcune elaborano sostanze citotossiche ed inibenti la replicazione cellulare e quindi di grande interesse: La BRIONIA retica ssp DIOICA, lianiforme e comune in tutta Italia, produce frutticini rossi attraenti, contiene una proteina tossica(Briodofina) presente in tutti gli organi della pianta:Venita utilizzata dai mendicanti per procurarsi piaghe semipermanenti al fine di impietosire i passanti.
ECBALLIU/M ELATERIUM- cocomero asinino, il liquido che sprizza in pressione è purgativo, ma in alcuni paesi viene usato per instillazione diretta per la sinusite, ma in uso esterno causa una irritazione severa della pelle, infiammazione severa ed edema, conseguenze anche gravi, meglio usare il Wiks Vaporub
ERICACEE- a parte il mirtillo, le altre ericacee sono tossiche , a partire dal rododendro, azalea, erica, calluna, tanto da contaminare anche il miele in caso fi forti presenze (asiago)
EUPHORBIACEE-300 generi, 8000 specie. Normalmente -ma non tutte- secernono un lattice caustico per le mucose. La stella di natale(Euphorbia pulcherrima), ed il Codiaeum detto anche Croton. anche il Ricinus Communis è della famiglia: Normalmente irritanti per la pelle e mucose, sono per la maggior parte induttrici di carcinomi. Altre devono la tossicità alla presenza di lecitine pericolose (ricino, dal quale si estrae la ricina).Le euforbie indigene sono erbacee dal succo lattiginoso, fiori verdastri e infiorescenze complesse, tutte elaborano diterpeni tossici, attenzione agli schizzi nell'occhio.
LEGUMINOSE-650 generi, 17.000 specie-fagioli, soia, piselli ecc.Nella nostra flora abbiamo il Laburnum anagiroides, ma anche Spartium jiunceum, Cytisus scoparius, genista odorosa (Cytisina) ma anche WISTERIA Sinensis tossico soprattutto nei semi
FAGACEE-Quercus, Fagus, Castanea. Le castagne ovviamente sono commestibili, ma dopo cottura per eliminare le saponine termolabili
LILIACEE-vasta famiglia, che offre molti prodotti utilissimi, dall'aglio in poi, ma anche con tanti derivati da piante selvatiche. Ad esempio dalla mortale colchicina del colchicum autumnalis si ha una medicinale contro la gotta, un vasoprotettore dal Ruscus aculeatus, topicidi dalla Scilla Urginea, ecc. Attualmente la famiglia è divisa in almeno 22 gruppi tassonomici(esempio:alliacee, asparagacee, amarillidacee, ecc)ma per noi in questa sede si segue la classificazionediciamo vechia, quindi sono tutte liliacee. A proposito del Colchicum autumnalis, in qualche zona è detto falso zafferano, equivoco pericoloso per gli effetti della colchicina, che è un veleno tutt'altro che blando.anche il veratrum, di cui già detto, frequente nei pascoli di quota, ma opportunamente schivato dalle bestie al pascolo, è una liliacea, come pure il mughetto, tipico dei luoghi ombrosi e freschi, è tossico in tutte le sue parti, esclusa la polpa dei frutti.
PAPAVERACEE-l'industria farmaceutica usa molti composti estratti da papaveracee, da questa famiglia sono estratti centinaia di alcaloidi. Localmente abbiamo il Chelidonium Maius, tipico dei macereti e delle siepi, conosciuto come "erba dei porri" per la sua azione efficace sulle verruche. Dalle prime colline in primavera si può reperire la Coridalis ava, che già nel neolitico era usata per il veleno delle freccie
PHITOLACCACEE, della fitolacca abbiamo già detto. E' tossica nella enorme radice, i nativi americani la utilizzavano per gli effetti purgativi, conoscendone i dosaggi
POLIGONACEE- frequente ed infestante nei campi c'è il RUMEX MAIOR, con varie sottospecie. Tutte contengono acido ossalico, dannoso per i reni: Quando non c'erano prodotti di pulizia aggressivi come gli attuali era usato per pulire gli oggetti di rame.
PRIMULACEE-circa 800 specie, cosmopolita, e quelle spontanee non presentano problemi, salvo contenuti esigui di saponine. Nelle riviste inseriscono fiori e foglie nelle insalate ecc. Io preferisco i rapanelli.Le varietà coltivate possono dare delle dermatiti. Anche il ciclamino è una primulacea, e soprattutto le parti ipogee contengono delle saponine.
RANUNCOLACEE. circa una quarantina di generi e 1800 specie, tutte senza interesse alimentare e tutte più o meno tossiche. Aconitun napellum. Il principio generale è l'aconitina, In zona è possibile trovare L'aconitum napellum, l'a.vulparia Dose mortale media 3 milligrammi di sostanza attiva. Nei giardini è frequente il Delfinium, specie orticola comunque pericolosa. Le ranuncolacee con principio attivo la protoanemonina sono: i ranuncoli (pratensis, acris, bulbosus, repens ecc) peraltro a veleno termolabile con semplice fienagione, di solito azione irritante le mucose, meno sull'epidermide. La Vitalba è ubiquitaria, veniva raccolta in primavera, ripetutamente sbollentata e cucinata spesso con le uova, un piatto povero, meglio una frittata di foglie di cipolla. Gli Ellebori,foetidus e niger, ed attualmente tutta una serie di orientali decorativi, davvero difficile poterli mangiare. Gli Anemoni (nemorosa) diffusi e frequenti nei boschi anche di collina, LaPaeonia Officinalis, che come dice il nome è usata in medicina, ed in oriente entra in certi tè, ma è sempre una ranuncolacea.........
ROSACEE-diffusissime e produttori di frutta alimentare. In questa famiglia il pericolo è nelle mandorle dei semi, per il contenuto a volte elevato di amigdalina. E' l'amaro dei semi di pesco, ciliegio, albicocco. Attenzione a scaricare dall'infusione in alcool il laurino, non mangiare bacche di cotoneaster, photinia, amelanchier, sorbus, ma anche semi di mela, pera ecc.
SCROFULARIACEE-l'unica specie locale è la digitalis lutea, ma nei giardini è frequente la purpurea e cultivar varie. Il principio è la digitalina, cardiotonico. Personalmente ho notato una pericolosa somiglianza nella rosetta basale primaverile fra la digitalis purpurea e certe pulmonarie.
SOLANACEE-circa 2000 specie. Conosciamo tutti le specie alimentari, patata, pomodoro, melanzana, peperone, nelle quali SOLO il frutto non è tossico, il resto della pianta si!!!
in pianura è facile trovare il Solanum Capsicoides, fuori e dentro i giardini naturalizzato ovunque. Nei boschi e negli incolti è frequente il Solanum Dulcamara perenne, ed il Solanum Nigrum annuale. Entrambi portano bacche, frequente causa di mali di pancia e vomito, la tossina è più presente nei frutti acerbi, meno in quelli maturi.
Altra storia per la Datura stramonium, frequente negli incolti, ma portata anche nei giardini per i suoi fiori a tromba bianchi. E' una delle erbe delle streghe, e degli sciamani del grande nord che con la loro iniziazione ne conoscevano i dosaggi ed i pericoli, per cui riuscivano ad atterrare senza molti inconvenienti.
Anche la Atropa belladonna è una solanacea, bella, interessante e pericolosa.
Utile ricordare che in questa famiglia c'è anche la Nicotiana Tabaccum, e che la nicotina in purezza è il veleno che uccide con la minore quantità necessaria.
VERBENACEE- nei nostri giardini abbiamo la Lantana Camara, che non sopravvive al freddo invernale, ma arriva a produrre bacche nere e tossiche. Inoltre al contatto produce dermatiti.
Finalmente abbiamo finito, ma vale la pena di dare un'occhiata ad una statistica del centro antiveleni europei, dove compaiono anche specie non considerate sopra:
laburnum anagiroides 553, sorbus aucuparia 368, mahonia 326,cotoneaster 284,lonicera 244, piracantha241, taxus166, solanum capsicoides150, lathirus odorosum 144, symphoricarpus 141,ligustrum 133, prunus laurocerasus 108, phaseolus104, daphne 96, physalis 91,philodendron monstera 71, ilex 64, euphorbia pulcherrima 62,viscum 57, berberis 53,dieffenbahia 50, sambucus 48, atropa 47, solanum nigrum e dulcamara 45, viburnum 43, solanum tuberosum 42,arum 41, aesculus 34, euonimus 27. Questo in un arco di tempo di 15 anni in Germania

Altra statistica del centro di Zurigo, e per un periodo di 6 anni, e non per essere noiosi:
cotoneaster 381, mahonia 318, pyracantha 241, lauroceraso 230, sorbus aucuparia 227, lonicera 175, phisalis 170, solanum 163, taxus 159, convallaria 146, laburnum 109, viscum108, daphne 97,arum 97, atropa 92, berberis89, ilex 88, euphorbia 71, sambucus 66, dieffenbachia 63, cornus 58, tulipa 57, symphoricarpus 57,philodendron 56, viburnum 50, ligustrum 50, narcissus32, aesculus 30, euonimus 25, inoltre e cosa ancora più significativa: per piante non identificate 235 casi, per MISTO di piante 1.108 casi.

Personalmente penso che uno di questi capitato ad uno dei miei nipoti, sia una ipotesi da non far dormire alla notte.

P.S.dimenticavo la parola magica: MISTICANZA....... è una parola magica ed affascinante che introduce in un mondo naturalistico/gastronomico, ma anche in una situazione da trattare con molta oculatezza. Non è difficile pensare e supporre che in una serie di piante raccolte magari da più persone venga mascherato e mimetizzato qualche intruso. Personalmente non mi fido del tutto.




NOTE PER L'ORTO IN BALCONE

NOTE PER L'ORTO IN BALCONE

Evidentemente questa attivita'presuppone il dover scegliere il tipo di contenitore, quale terriccio, se realizzare o no un impianto di irrigazione ecc.
Ma prima di tutto da parte mia e' doveroso avvertire delle complicazioni insite nella situazione, ovvero i condomini, perche' chiaramente si tratta di condominio.
I problemi nascono dal fatto che l'acqua di irrigazione prima o poi scende, le foglie e parte del terriccio sporcano sotto ecc.
Inoltre i cassoni, o qualsiasi altra cosa si adotti, anche se sospesi dal pavimento, provocano zone di umidita' - quindi alla lunga, problemi di vicinato-
Supponiamo di vivere in una situazione idilliaca.
-teniamo conto che piu' il contenitore e' piccolo, minore sara' la inerzia di umidita'
-un contenitore di plastica, se esposto al sole diretto, in estate si scalda tanto da stressare le piante anche le più robuste, soprattutto se orticole.
-gli inevitabili sottovaso, anche quelli sovradimensionati, prima o poi si riempiono. Quindi le radici vengono a contatto con l'acqua stagnante e si producono fenomeni di marciume, oltre alla proliferazione delle zanzare, e se tracimano si torna al problema dei condomini sottostanti. Questi problemi aumentano esponenzialmente in caso di impianto di irrigazione automatico.
-contenitori di terracotta non scaldano, ma evaporano molta piu'umidita', sono molto piu pesanti e sovraccaricano le strutture portanti, sono piu'costosi, sono piu' belli, decidete voi.

Ammesso che ci sia possibilita'di collegarsi ad una presa d'acqua, bastano un piccolo timer e qualche metro di tubo ed altri piccoli componenti per avere la certezza di irrigare anche quando saremo al sole su una spiaggia. Ricordatevi che i nemici dell'orto sono due: la televisione e le vacanze.

Terricci:
e' un termine estremamente generico. Ne troverete di ogni prezzo, e tutti con magnifiche descrizioni sul sacco. Vi potrete fare belle esperienze. Il mio consiglio e' per un misto fatto in casa con terriccio buono (contenente sabbia, pomice, terra madre, e comunque di sacco) Ma, ad ogni buon conto, nelle rivendite di materiale edile vendono sacchi di sabbia del fiume Po lavata (costo circa due euro, 25 kg) con grandi benefici effetti sulle piante, da miscelare almeno al 30%, e qualche palata di vera terra di terreno limoso/argilloso/ modenese, il tutto mescolato amorevolmente con le mani (protette da guanti) al fine di realizzare quella che si chiama la macromolecola. Sappiate che non e'cosi'semplice, anche perche'incorrerete nelle disgrazie della moglie, inevitabile sporcare.
Prima di mettere il terriccio nei contenitori, sappiate che comunque tende a compattare al fondo, a fuoriuscire con l'irrigazione ecc.Quindi la prima operazione prevede uno strato di almeno tre cm di argilla espansa (o lapillo) e uno strato di tnt ad alto spessore, che evita al terriccio di compattare lo strato di argilla espansa, Semplicissimo !
Ci sono terricci in sacchi che sono gia preconcimati, con osmokote, validi: soprattutto nelle semine.

Concimi:ottimo il sopracitato osmokote, a lenta cessione (efficace per tre/sei mesi) Attenzione, eccessi di concimazione provocano squilibri deleteri, spesso è necessario sostituire tutto il terriccio. L'acqua di Modena provoca inoltre una inevitabile efflorescenza superficiale bianca per il carbonato di calcio, questo significa che il terreno e' stanco e va sostituito.
Concimazioni di tipo organico: non sono piu'considerate concimazioni, ma solo operazioni ammendanti, ed in ogni caso alla prima irrigazione vedreste percolare un liquame che di sicuro non sara'gradito dal vostro sottostante condomino.

Posizione rispetto al sole:
Se siete esposti ad est, va quasi tutto bene, se siete a sud avrete problemi di stress dalle 12 alle 17, ad ovest quasi come a sud (ma un po'meglio) a nord sarete avvantaggiati in estate ma sarete in ritardo produttivo in tutte le stagioni.

La Luna:un professore di botanica Bolognese ha detto che non crede nella sua influenza, ma dato che non costa nulla, lui segue la tradizione. In verita' se i rapanelli vanno subito a fiore e non sviluppano la parte edule, ciò dipende probabilmente dal contenuto e meno in fosforo e potassio del terreno.
Notare: comunque le foglie di rapanello in insalata, magari assieme alla lattuga, sono ottime e contengono ferro molto piu assimilabile degli spinaci.

Teoria della concimazione:
N=azoto, basilare per la crescita di foglie, rami, legno.
P=fosforo, presiede ala colore, profumo, legagione dei fiori.
K=potassio, legagione frutti, contenuto zuccheri nei frutti
Potassio e fosforo sono elementi antistress, caldo/freddo/siccita'
MICROELEMENTI, sono presenti in tutti i concimi complessi, sono indispensabili, a partire dal ferro, magnesio, manganese ecc.

CONTROLLO-quando qualcosa non va, la pianta lo dice chiaramente, l'importante e' accorgersene subito, ma attenzione: alle 13 se le foglie del peperone sono a penzoloni dal picciolo, ma il terreno al tatto e' fresco, e' solo questione dell'orario e del sole a picco, e la foglia cerca di non buscarsi tutto l'irraggiamento UV; diverso se lo si nota alle sette di mattina o alle 20 di sera:
AGGIORNAMENTO e approfondimento, non fidatevi di quello che potete trovare su internet, acquistate piuttosto un ottimo manuale, che probabilmente non tratterà di orto/balcone ma sicuramente vi dara'notizie di base precise. Buona scelta sarebbe anche l'abbonamento alla rivista “Vita in campagna”.

Cosa coltivare
-erbe e profumi per la cucina, basilico, timo, rosmarino, salvia ecc
-pomodorini a grappolo, da lasciare cadere dal balcone, e sono anche decorativi.
(Tenete conto che per quanto grandi siano i contenitori, coltivare melanzane e peperoni non sarebbe molto proficuo.)
-ad inizio inverno la valerianella vi accompagnera' per un pezzo
-Lepidium sativum, non si trova sui banchi di vendita, ma è ottimo nelle insalate, ed ha un alto contenuto di vitamina C. Inoltre è di crescita rapidissima, ciclo velocissimo.
-a meno che non abbiate un attico, dove potrebbero anche avere effetto decorativo, scarsi effetti hanno le cosidette fruttifere nane, proposte dai cataloghi (melo nano con tre innesti diversi di frutti ecc)

Parassiti
Arriveranno: gli afidi arrivano anche sui radicchi, basta però stringerli con le dita, se avete un camino o una stufa a legna, la cenere è ottima. Non usate pesticidi in balcone, sarebbe assurdo.
Probabile l'oidio, fungosi che crea una patina bianca sulle foglie, eliminabile con una spruzzata di zolfo bagnabile
Ticchiolatura e simili, sempre con zolfo bagnabile.
Utile una pompetta a precompressione
Limacce e lumache. arrivano sul balcone assieme alle piantarole che acquistate. Anche se non le vedete perchè sono notturne, gli effetti sono chiarissimi. prendete una buona birra da 3/4, ne mettere un pò in un piattino, il resto lo bevete, e la mattina dopo controllate gli ospiti annegati beatamente nella birra offerta.
Ozziorrinco, questo ospite è veramente sgradito, senza pesticidi fosforganici non si debella.
Lombrichi-sono i benvenuti
Cimici-attualmente ne sono arrivate di nuove. danneggiano i frutti (pomodori)
formiche- danneggiano indirettamente, in quanto pascolano gli afidi, usate trapKill

Seminare :a parte il lepidium, e la valerianella, si può seminare in agosto il cicorino di campo, ma va notato che è di campo. Piuttosto il prezzemolo (50/60 giorni per germinare).
Trapiantare: in primavera non abbiate fretta di acquistare le piantarole, almeno che la temperatura notturna sia già attorno ai 14 gradi, soprattutto il basilico
attualmente si trovano anche le fitocelle di prezzemolo, ovviamente di sedano, tropea, cipollina ecc.
Una raccomandazione: all'acquisto premuratevi di controllare lo stato delle radici, e se l'aspetto in generale delle piantine (anche quelle che non dovete comprare) vi pare obiettivamente deprimente, cambiate fornitore, e non datevi il peso di una partenza difficoltosa dovuta ad un prodotto scarso. Lo imparerete ovviamente a vostre spese.



L'ORTO IN BALCONE

L'ORTO IN BALCONE

Un famoso giardiniere, che ha scritto di cose di giardino in modo maestrale, e si chiamava Ippolito Pizzetti, viveva in città, non aveva un giardino, ma sperimentava le specie di cui scriveva sul suo terrazzo.
Per rendere meno costosa questa operazione, impiegava latte di prodotti alimentari di opportuna dimensione, lavandole dai residui e ed isolando il metallo con catramina. Ovviamente fregandosene dell'aspetto estetico.

Un'idea affascinante mi è venuta ammirando i pannelli verticali di piante esotiche all'Ipercoop di Modena. In effetti la verticalità nella coltivazione non è una novità, ma mi sono sempre arreso di fronte ai problemi tecnici inerenti: come calcolare bene l'irrigazione ed il drenaggio, quali materiali impiegare, come isolare bene la parete per non trasmettere umidità ai muri di supporto, (se in condominio ) quali problemi possono sorgere ecc.
A vantaggio dell'idea: più spazio disponibile,maggiore coibentazione per gli ambienti, possibilità di realizzare delle quinte rompivento, e un sistema in più per avere privacy (?) Nel caso di una quinta non perimetrale inoltre c'è la possibilità di coltivare sui due lati.
Eventuali materiali per la realizzazione: Pallet di recupero e reti elettrosaldate fi 10, come elementi di supporto, bottiglie di plastica, quelle da acqua minerale, forate sotto e schermate, (le radici non amano la luce) una pianta per ogni bottiglia.
Ripeto: ci sono soluzioni già a disposizione, con diversi materiali e diversi accorgimenti, basta fare un giretto su Internet nelle pagine delle foto sul'argomento :“Orto in balcone” e ne vedrete di tutti i colori.
Cerchiamo in ogni modo di evitare il solito casino all'italiana, se ne volete un esempio fate un'altro giro negli orti per gli anziani, e caso mai ne aveste voglia, digitate su Internet "Familien Garte" e vi renderete conto di come si possono realizzare delle idee per la salute psicofisica della popolazione. Stesse realizzazioni sono in atto già dal 1890 anche in Francia.
E' noto che gli orti in genere, anche quelli in balcone, risolvono molti problemi agli Anziani,(ma non solo) evitano l'isolamento, si resta attivi, sono ottimi antidepressivi, evitano "il lasciarsi andare", tutti aspetti tipici della tarda età.
In conclusione: l'orto verticale permette soluzioni vantaggiose, e realizzabili anche con il fai da te, cercando di non trascurare l'aspetto estetico.

L'orto abitua (o inizia) alla stagionalità del prodotto che arriva sulla tavola, cosa che contrasta con le fragole a Natale ed altri prodotti frutto della globalizzazione. Rende evidente che la Natura ha ritmi lenti, e che noi stiamo correndo troppo, e questa fuga in avanti ci isola dalle nostre tradizioni e dalla nostra storia (pienamente d'accordo che la globalizzazione è iniziata con l'impero Romano, e forse anche prima)

Ricordate: un'altro nemico infido e non di solito considerato è il vento: basta una leggera brezza per asciugare il terreno, stressare le plantule, ma non solo : sappiamo tutti che attualmente i fenomeni meteo sono estremizzati, quindi anche il vento provoca danni ingenti alle strutture. Quindi curate bene gli ancoraggi di vasi leggeri, ed anche di vasi grandi e pesanti se contengono piante alte.

Un suggerimento: sul mercato ci sono piantine di pomodoro mini, a grappolo, e molte cultivar di peperoncini piccanti estremamente decorativi (ed utili)
Non pretendete di coltivare zucche, cetrioli e tanto meno cocomeri e meloni, hanno l'apparato radicale estesissimo.-

Concimazioni: dimezzate comunque le quantità consigliate dal produttore sul sacchetto.

Statisticamente le varietà coltivate su balcone sono al 73% erbe aromatiche, ortaggi al 27%.

Siete sprovvisti delle necessarie competenze? non scoraggiatevi, ma è utile documentarsi con un manuale possibilmente buono, quelli vecchio stile.
Sappiate che la Regione Emilia/Romagna "Ermes ambiente" porta l'orto in terrazzo, è un'associazione ambientale, come pure "Eugea" ecologia urbana giardino e ambiente, Università di Bologna, si occupano del problema su Internet.
Inoltre ci sono molte pubblicazioni "Orto sul balcone" "frutta e verdura sul balcone" " Orto cyti" ed altre




FIORI POTENZIALMENTE EDULI

FIORI POTENZIALMENTE EDULI, cum grano salis (che non significa con un pizzico di sale, ma facendo attenzione)
-
  • viola mammola,
  • violetta odorosa,
  • nasturzio (trapeolum),
  • margherita,
  • tarassaco,
  • borraggine,
  • calendula,
  • robinia,
  • radicchio,
  • passiflora,
  • zucca,
  • cipolina,
  • primula,
  • scorzonera (tragopogon)
  • campanula rapunculus,
  • primula,
  • malva,
  • silene,
  • rosa,
  • allium,
  • aneto,
  • angelica,
  • basilico, e tutte le labiate odorose,
  • camomilla,
  • cerfoglio,
  • citrus,
  • crisantemo,
  • finocchio,
  • fiordaliso,
  • garofano,
  • gelsomino,
  • girasole,
  • ibiscus,
  • lavanda,
  • menta,
  • monarda,
  • ravanello,
  • rosmarino,
  • rucola,
  • diplotaxis,
  • trifoglio,
  • verbena,
  • yucca gloriosa,
  • papavero,
  • begonia,
  • tagete,
  • bocca di leone,
  • epilobio,
  • salvia pratensis,
  • salcerella,
  • alliaria,
  • sambuco,
  • cardamine pratensis.

Probabilmente ce ne sono altri, ma mi sembra un discreto elenco. Personalmente ritengo disgustoso il nasturzio, il tagete, il papavero e l'elenco sarebbe anche più lungo, ma "de gustibus....."

Per le specie di normale reperimento allo stato di semi in busta (malva, nasturzio, calendula ecc) si può effettuare una eventuale semina in aree specifiche, ovviamente da rispettare evitando di sfalciare, e l'aspetto sarebbe spontaneo (come in un giardino all'inglese). Chiaro che seminare queste specie nell'orto normale renderebbe impossibile poi coltivare pomodori e zucchine, per questioni di spazio che di solito è abbastanza limitato.

Non sarebbe necessario provvedere ad impianto di irrigazione, se vengono seminate nel periodo primaverile (temperatura attorno ai 14/15 gradi) e se vengono tutelate dalle lumache, ma soprattutto se si accetta il concetto " se va bene ok, altrimenti amen". In pratica occorre sperimentare quali specie possono rinselvatichire in quelle condizioni.

Dal punto di vista della spesa prevedibile :qualche decina di euro per le bustine, due o tre ore per decespugliare, circa un'ora di fresa per muovere la terra (mentre si fresa l'orto) e venti minuti per seminare.
poi occorre confidare nella fortuna.


Assolutamente da evitare sono: ciclamino,bucaneve, leucoljum, aconito, elleboro, ornitogallum,ranuncoli, convallaria,narcisi,ipomea, maggiociondolo (e per me anche il glicine) e tulipani

LA SIEPE

Occorre definire cos'è "una siepe" anche se ovviamente si tratta in genere di una successione di piante di varia altezza, di solito in una situazione perimetrale della proprietà, in funzione di barriera, ma questa definizione è a dir poco limitativa.
Se si naviga un po' su Google, si può trovare una chiara analisi fatta da un Architetto del Verde modenese, ed in breve riporto le varie tipologie:

Per dimensione:
Siepe bassa, cespugli piccoli tipo Spirea, Santolina, Lavanda, rose tappezzanti, Abelia ecc., che hanno una funzione specifica nella fioritura e, di solito, è una siepe non perimetrale.
Siepe media, composta da cespugli tipo Lillà, Weigelia, viburni, filadelfi, cornus,Osmanthus, Calicantus, rose anche rampicanti tipo Marmade ecc. Queste specie compongono già una discreta barriera.
Siepi alte, Carpino, aceri vari, Biancospino, Ibisco, Melograno, ma anche Roverella, pruni, ecc. Qui siamo nel campo dove la siepe limita grandi aree, e di solito non in città.

Per forma :
Siepe verticale, normalmente alta, ottenuta di solito con Leylandi (se si amano i problemi) o anche Tuye, Osmanthus ecc. Anche in questo caso, per la normativa comunale vigente, questa siepe deve essere forzatamente in campagna, dato che in teoria la siepe non dovrebbe superare i 200 cm/h.
Siepe libera, che io definisco all'inglese, nel senso che è composta da una serie di piante, tutte differenti, attualmente di solito sempreverdi, ma che una volta erano piante spoglianti e costituivano le siepi di confine di tutta la campagna. (Notare: erano perfette biologicamente ed in linea con il concetto di biodiversità)
Forma obbligata, classica siepe all'italiana, topiata a squadro su Bosso, Ligustro, Tasso ecc. con alti costi di manutenzione, che nell'immaginario locale è l'unica siepe concepibile, ma c'è di meglio. Comunque nelle ville d'epoca sono ancora mantenute.

Per sito:
Urbano: di solito sono di piccole dimensioni.
Extraurbano: di grandi dimensioni. Notare che una siepe frangivento in piena campagna limita la potenza del vento su un'area di quindici volte l'altezza della siepe stessa.

Per funzione:
Schermo visivo, con soecie fiorifere, anche fruttifere, a difesa della Privacy per quanto sia possibile in città
Siepe frangivento (anche con linee parallele di cespugli, piante medie, alte, di nuovo medie e cespugli)
Siepi difensive, con piante spinose, Poncirus trifoliata, Agazzino ecc.
Siepi per l'abbattimento inquinanti, di solito con foglie tormentose per le polveri, per assorbire e non riflettere il rumore (ad esempio si vedano alcuni tratti della Tangenziale Nord)
Siepi per la promozione ecologica e la biodiversità, si pensi a quanta fauna trova rifugio e cibo in una siepe mista , autoctona o alloctona che sia.

Supponiamo ora che si debba realizzare una siepe per l'esattezza nel territorio modenese.
Tenete conto che il terreno del nostro territorio è composto di argilla e limo, non ha scheletro, è normalmente compatto, impermeabile, appiccicoso d'inverno e si spacca a mattonelle d'estate. E' ideale per fornire le condizioni di asfisia radicale e, nel peggiore dei casi, nelle nuove costruzioni, la "terra da giardino" è quella di scavo profondo, sterile, e, di solito, il primo strato copre i rottami derivati dalla costruzione. Una vera pacchia per il giardiniere. In ogni caso si devono fare le buche, e, nel caso della siepe, meglio fare una fossa continua di misura adeguata. In questa occasione è bene eliminare rottami, sassi ed altre cose che possono costituire un drenaggio anche, al limite, seppellendoli il più possibile in profondità. Occorre poi eseguire una adeguata concimazione di fondo, dato che il 99% dei casi è costituito da terreni sterili.Il miglio concime in questo caso è il Cornunghia che, oltre ad un 14% di Azoto a lentissima cessione, apporta anche una molto efficiente flora batterica.
Sarebbero necessari ammendanti tipo lo stallatico maturo, ma trovarlo buono è oggi praticamente impossibile.
Di solito si impiegano piante in vaso (franche di vaso) ma c'è sempre il problema che la nostra terra è tutt'altro che friabile e quando si tratta di chiudere la buca, potremmo scoprire che non si riesce a chiudere bene il pane delle radici , quindi occorre terricciato in sacchi o meglio, sabbia lavata del Po. Quest'ultima, oltre ad avere un prezzo più che abbordabile, ha la caratteristica di infilarsi in tutte le cavità, rendere fresca la zona attorno al pane delle radici e inoltre, ha un grande potere rizogeno, ed è un ottimo ammendante per il terreno argilloso.
Attenzione. Il colletto delle piante (qualsiasi pianta) NON DEVE ESSERE SEPOLTO.Meglio che il colletto sia un dito sopra terra (magari ricoperto di sabbia) che mezzo dito sotto. Inoltre è meglio posizionare le piante molto rade piuttosto che metterle già in condizione di competizione.
Per il primo anno è opportuno mettere una linea di ala gocciolante con un timer.
Dare comunque il minimo indispensabile di acqua e, dopo il primo anno, annaffiare solo quando è strettamente necessario e a titolo di irrigazione di soccorso, altrimenti avrete le condizioni del marciume radicale.
Vediamo ora alcune regole fondamentali
1) Le piante che danno bacche decorative (Piracantha) devono essere potate in inverno, prima che formino i getti fioriferi che si formano spesso sui rami dell'anno precedente.
2) Per le sempreverdi e conifere interventi regolari a fine inverno, anche a fine primavera e/o inizio autunno.
3) Le siepi informali e selvatiche sono da potare il meno possibile mantenendo assolutamente l'equilibrio naturale. Pulizia entro Marzo.
4) Il Prunus Laurus Cerasus ha una sicura crescita impetuosa a Marzo, da potare a Maggio. Possibile ripresa a fine estate ma attenzione, se si pota in periodo di sole forte le foglie esposte si ustionano.
5) Carpino: ricompattare a Marzo, ripetere eventualmente a Giugno.
6) Per tutte le specie: dopo il taglio non devono restare sulla siepe o al suo interno le parti tagliate.

Nota Bene
a) I sempreverdi potati danno luce alle foglie sottostanti che possono ustionarsi ed imbrunire
b) Conifere e cipressi se capitozzati reagiscono allargando alla base e, soprattutto formano mazzi di cime condominanti, ragione di inevitabili problemi.
c) La sagomatura deve essere tale da dare luce alla base e permettere a guazza, pioggia ecc. di arrivare anche ai rami vicino a terra, quindi deve essere a trapezio, ed il vertice  deve essere praticamente arrotondato.
d) Fili, legacci tutori ecc. non sono cose da applicare alle piante. L'affastellamento provocato dal legare rami e rametti per chiudere qualche fallanza serve solo a togliere luce all'interno, provocare altri danni, richiamare patologie entomologiche e crittogamiche.
e) Controllare periodicamente l'eventuale presenza di intrusi del tipo: vite, rovi, clematis, edera, alianto, celtis, convolvoli, equiseti.

Patologie
Fatevi coraggio, sono tante e ce ne sono sempre di nuove.
Molte sono dovute al nostro territorio a causa della terra argillosa ed impermeabile, compatta, non drenata. Una pianta sofferente per queste cause è facilmente attaccata sia da agenti entomologici che crittogamici. Tante altre dipendono dalla mancanza di attenzione, incuria, tagli sbagliati,eccesso di concimazione, eccesso di irrigazione. Spesso una pianta bloccata nella crescita sembra colpita da una patologia, ma spesso, in fase di impianto, è stato seppellito il colletto.A volte invece è indispensabile intervenire con insetticidi, anticrittogamici, acaricidi, diserbanti.
E' utile conoscere il significato di TOPICO e SISTEMICO
Topico deriva dal termine greco TOPOS che significa "luogo". E' un prodotto che, irrorato su una pianta funziona solo dove viene a contatto. Esempio: il vecchio "solfato di rame"unito al latte di calce, l'attuale ossicloruro di rame, lo zolfo idrosolubile, ottimi prodotti che hanno il grande vantaggio di non essere delle molecole sintetiche e di essere ammessi in misura limitata in agricoltura biologica e di essere di uso libero.
Sistemico si riferisce ad una sostanza di origine chimica che viene assorbita e gestita dall'apparato linfatico della pianta e distribuita anche fino all'ultima delle radici e la più lontana delle foglie, se la pianta è in sistemia (cioè non è in riposo vegetativo, ma sta lavorando)
Definire a quale patologia siamo davanti non è facile. Meglio fare prevenzione che curare. In linea di massima, se in primavera si procede ad una copertura trivalente, composta da un insetticida sistemico, un anticrittogamico sistemico e una soluzione di olio minerale, per tutta la stagione si può stare tranquilli (ma sempre in guardia) Tale copertura tiene lontani : afidi, oidio, cocciniglia. Non copre il pericolo di acari, soprattutto sull'oleandro, carpino e tiglio.Importante sapere che ci sono prodotti di libera vendita che sono a base di molecole veramente efficaci.

mercoledì 12 novembre 2014

note per un orto fuori dagli schemi

nonostante l'agguerrita concorrenza della televisione, che monopolizza il tempo libero, e l'obbligo delle vacanze estive, diventate un dovere sociale, fattori che sono contrari alle esigenze dell'orto, recentemente ho notato un forte interesse nella gestione di un orto famigliare. Inoltre riscontro un forte interesse verso le erbe da raccogliere in natura, ma questo pone alcuni problemi, ed essenzialmente: conoscere adeguatamente e con sicurezza le piante commestibili non è cosa semplice, inoltre va considerato che in natura sono diffuse a tutte le quote piante anche pericolose. Altro fattore importante è dato dall'attuale forte impoverimento della biodiversità, soprattutto qui in pianura, dove i coltivi moderni hanno sostituito i prati stabili e le vecchie "piantate" dove era possibile raccogliere un buon paniere di ottime specie, ma anche dai piani di smaltimento liquami di stalla  e porcilaia, per nemmeno le carreggiate possono ritenersi sicure.
Questo lungo prologo solo per suggerire una soluzione a quelli che vanno per erbe, e che in pratica ripercorre il ciclo dell'uomo raccoglitore, cacciatore e pescatore, diventato industrioso coltivatore: un'orto fuori schema, dove non si coltivano pomodori e rapanelli , ma altre specie altrimenti rintracciabili solo in natura, ovvero specie coltivabili in una parte dell'orto convenzionale. Ed ecco i suggerimenti, premettendo che:
-non tutte le specie sono perenni, ma spesso sono biennali(campanula rapunculus); spesso sono a vegetazione breve (aglio Orsino)
-va  considerata bene la specie da seminare, per l'uso gastronomico.
-alcune specie sono indicate nella decorazione delle vivande, molto più che per l'uso prettamente culinario, ad esempio la borraggine, per cui una sola pianta è sufficiente
l'elenco non è in ordine alfabetico, né per famiglia botanica, non segue un ordine logico se non quello dell'interesse orticolo.
AGLIO ORSINO-ALIARIA PETIOLARIS-ALIUM SCHOENOPRASUM-CAMPANULA RAPUNCULUS-CHENOPODIUM BONUS ENRICUS-BORRAGO OFFICINALIS-FINOCCHIO SELVATICO-ANETUM GRAVEOLENS-OXALIS-ERUCA SATIVA-DIPLOTAXIS-HUMULUS LUPPOLUS-ORTICA-RUMEX-SILENE-INTIBUS CICHORIA-LEPIDIUM SATIVUM-MALVA SILVESTRIS-STACHIS AFFINIS-
per tutte queste specie sono reperibili i semi (Jelitto)
Digitando su Google i vari nomi botanici si trovano decine di ricette (da considerare bene prima di mettere in padella)
Ovvio che se l'orto non c'è, la faccenda diventa problematica, ma tutti i comuni sono ben disponibili a concedere delle parcelle, altrimenti su un balcone e con cassone di plastica si può con estrema facilità avere sempre il crescione fresco (Lepidium sativum) e qualche altra specie che insaporisca la normale insalata (aliaria petiolaris)
Altrettanto ovvio che nel normale orto saranno presenti le normali piante odorose (timo ecc)
Quanto sopra evita sicuramente mali di pancia dovuti ad ingestione di piante selvatiche, raccolte in natura, ma che possono dare problemi di identificazione.
Non sempre la Natura è benigna, a volte richiama all'ordine.