Ma per non perdere l'abitudine di rompere le palle, mi viene da sottolineare che buona parte della questione potature più o meno selvagge deriva da un semplice arnese : trattasi della motosega, versione diciamo miniaturizzata. Le prime motoseghe erano attrezzi enormi e pesanti, pensati per boscaioli giganteschi che dovano abbattere in foresta alberi altrettanto giganteschi. Poi l'industria ha fatto la inevitabile pensata di ridurre le misure e soprattutto ha creato una motosega che si può brandeggiare con una sola mano (tipo ferro da stiro) e naturalmente anche i costi sono stati ridotti, per cui chiunque abbia un cestello o l'incoscienza Kamikaze di salire su una scala con una motosega, si sente autorizzato a tagliare. E qui cominciano i noti casini, a partire dal fatto che un taglio fatto con la catena è normalmente sfrangiato, e favorisce l'ingresso alle patologie, ma soprattutto dato che si fa molto meno fatica che adoperare una sega manuale adeguata, non stanno tanto a guardate se il taglio è di ritorno e se la sezione viene fatta all'anello di commiato, ecc.ecc. Metti poi che qui da noi il committente privato alla fine del lavoro pretende di vedere a terra la "mucchia" dei rami che deve comprendere anche le ramificazioni più grosse ed ovviamente anche le branche, altrimenti che potata è??? ed il gioco è fatto. Nei nostri giardini finché la gestione è quella che si vede in giro non avremo alberi veri, ma solo mutilati.
Fra i siti ispezionati, ho notato quello della città di Parma, nel quale è inserito il regolamento della gestione del verde, compreso quello privato. Tecnicamente ineccepibile, complimenti, sarebbe bene che anche i responsabili degli altri comuni (anzi delle Regioni, almeno l'Emilia/Romagna) ci facessero più di un pensierino: Come al solito Non ci sarebbe nulla da inventare, che non sia anche già stato collaudato. Amen.
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