mercoledì 25 gennaio 2012

potature selvagge

ho digitato queste due parole su google, e sono saltati fuori un diluvio di siti,un sacco di gente incazzata per questo problema diffuso su tutto il territorio Italiano. quindi mi sono passato quasi tutti i siti, ed ho scoperto che è costante una componente politicizzata. Pertanto, prima che qualcuno mi attribuisca una qualche colorazione (che sarebbe assolutamente fuori luogo) o quanto meno mi classifichi tra quelli del WWF o della LIPU o altre associazioni ambientaliste, dichiaro esplicitamente che per me la motivazione della "lamentazio" è dovuta semplicemente al fatto che considero idiota la potatura cosidetta selvaggia, non mi imbranco con nessun movimento più o meno estremista e non ho nessuna intenzione di promuovere una qualsiasi crociata. Del resto le mie motivazioni sono ben chiaramente espresse sui primi post.
Ma per non perdere l'abitudine di rompere le palle, mi viene da sottolineare che buona parte della questione potature più o meno selvagge deriva da un semplice arnese : trattasi della motosega, versione diciamo miniaturizzata. Le prime motoseghe erano attrezzi enormi e pesanti, pensati per boscaioli giganteschi che dovano abbattere in foresta alberi altrettanto giganteschi. Poi l'industria ha fatto la inevitabile pensata di ridurre le misure e soprattutto ha creato una motosega che si può brandeggiare con una sola mano (tipo ferro da stiro) e naturalmente anche i costi sono stati ridotti, per cui chiunque abbia un cestello o l'incoscienza Kamikaze di salire su una scala con una motosega, si sente autorizzato a tagliare. E qui cominciano i noti casini, a partire dal fatto che un taglio fatto con la catena è normalmente sfrangiato, e favorisce l'ingresso alle patologie, ma soprattutto dato che si fa molto meno fatica che adoperare una sega manuale adeguata, non stanno tanto a guardate se il taglio è di ritorno e se la sezione viene fatta all'anello di commiato, ecc.ecc. Metti poi che qui da noi il committente privato alla fine del lavoro pretende di vedere a terra la "mucchia" dei rami che deve comprendere anche le ramificazioni più grosse ed ovviamente anche le branche, altrimenti che potata è??? ed il gioco è fatto. Nei nostri giardini finché la gestione è quella che si vede in giro non avremo alberi veri, ma solo mutilati.
Fra i siti ispezionati, ho notato quello della città di Parma, nel quale è inserito il regolamento della gestione del verde, compreso quello privato. Tecnicamente ineccepibile, complimenti, sarebbe bene che anche i responsabili degli altri comuni (anzi delle Regioni, almeno l'Emilia/Romagna) ci facessero più di un pensierino: Come al solito Non ci sarebbe nulla da inventare, che non sia anche già stato collaudato. Amen.

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