domenica 15 maggio 2011

sempre sulle potature.
è chiaro che la potatura esercitata sulle piante da frutto è una pratica necessaria, che ha ovvie motivazioni, e storicamente ha le sue regole precise e che vanno rispettate. E' altrettanto vero che nessuna pianta da frutto ha una vita longeva, anzi, dati i tempi attuali e le mode che imperversano sul mercato, spesso un frutteto non ha ragione di essere per più di 20/30 anni. In ogni caso dopo la potatura di allevamento, ogni altra potatura toglie un 50 % di possibilità di vita alla pianta.
detto questo il mio parere è, classificando anche le persone in modo diciamo filosofico:
o si crede nella Creazione, o si crede nella evoluzione Darwiniana. In entrambi i casi, con quale arroganza si può pretendere di fare meglio di questi due Entità, parlando di piante. Per il sottoscritto è chiaro che una magnolia, grandiflora o gallisonensis che sia, sono meglio al naturale piuttosto che potate in via formale. Per chi volesse controllare, si vada per esempio al parco di Villa Boschetti a San Cesario, o si affacci nel Chiostro del Seminario Metropolitano in San Francesco (basta chiedere alla guardiola e non ci sono problemi per entrare. Le magnolie in questione trasmettono armonia, sono istintivamente belle: l'obiezione possibile è sicuramente: ma in quei due luoghi c'è tanto spazio, in una villetta a schiera per forza le devi ridurre. E' chiaro, ma nessuno obbliga nessun altro a mettere una pianta che arriva a sei metri di diametro in breve tempo dove di spazio non ce nè, magari con la pretesa di coltivare fiori sotto la chioma (capita). Pochi vivaisti si premurano di chiedere dove verrà messa la pianta che stanno per vendere, ma occorre partire dalla definizione di vivaista ( che è colui che ha delle piante da vendere il più presto possibile ) . Altro è la figura del giardiniere o dell'architetto del verde, e comunque la scelta deve essere fatta con il semplice buon senso, mercanzia sempre più rara.
Esistono alberi anche più belli della magnolia, che restano più contenuti e sono più controllabili, ma niente e nessuno può competere con uno status simbol, e la magnolia potata in via formale è uno status simbol (per me passato di moda).
Invito anche a considerare che un albero da potarsi ogni due o tre anni (secondo le libidini) attualmente comincia a diventare una spesa non da poco, e quindi appesantisce le spese di gestione del giardino, ma come si dice in dialetto "ognun al sà ed cà so".
PRUNUS LAURUS CERASUS- il cosidetto Lauro- che non è l'alloro.
Se non l'avete già trattato con un anticrittogamico sistemico, è meglio che lo facciate in fretta.
Già il fuoco batterico ha falcidiato molte siepi, e con la stagione in corso le micosi faranno una strage di foglie fresche. L'oidio sarà prossimamente su tutti gli schermi. Auguri.
LE ROSE MESSE IN CAPO ALLA FILA DEI VIGNETI.
non è che agli agricoltori in questione sia scoppiata la mania del giardinaggio, o che il loro senso estetico sia improvvisamente dilatato, molto più semplicemente la pianta di rosa si busca le malattie da fungo circa una settimana prima della vite, quindi hanno una sentinella che permette di giocare in anticipo ed attuare una prevenzione.
CUPRESSO CIPARIS LEYLANDY ( spesso detto Hightlander come l'immortale dei telefilm).
Se volete un consiglio disinteressato LEVATEVELO DAI PIEDI, e prendete in considerazione la possibilità di mettere una siepe mista, cosidetta all'Inglese. A me gli Inglesi stanno un pò sulle palle, ma per il giardinaggio bisogna lasciarli stare: Se volete poi posso dirVi del perchè della mia antipatia, a parte il fatto che le siepi miste non le hanno inventate loro, ma nelle nostre campagne le siepi erano sempre o quasi sempre miste. Attualmente una siepe mista viene fatta con sempreverdi e spoglianti, le più disparate, rose rampicanti comprese, ma i risultati sono i seguenti: non si pota in via formale (minore manutenzione) ma con semplici passaggi di forbice corta che tutti sono in grado di fare- colori, volumi, stagionalità sono espressi al massimo- ogni pianta tende a difendere la prossima perchè le patologie e le infestazioni non sono trasmissibili a tutta la linea,- non c'è assolutamente monotonia di colori- fiori, bacche, farfalle ed uccelli ivi nidificanti la rendono viva e vitale- è una interessante barriera entomologica che frena lo sviluppo locale degli insetti nocivi (basta pensare a quante centinaia di ragni ci sono in dieci metri di siepe)- e dulcis in fundo se anche muore una pianta della siepe non si è costretti alla ricerca di una pianta della stessa specie e della stessa taglia e che per essere già grande costa un occhio della testa. Va detto che qualche siepe è già impostata in questo modo, il ché mi fa pensare che un sano buon senso cominci a serpeggiare. Per i patiti del concetto di PRYVACY, chiedo come fanno a difendersi se si tratta dei palazzoni o palazzine di città, soprattutto con il Cupressociparis
Leylandy, visto che certo e comunque non schermano dalla finestre dei palazzi alti.
a fine sproloquio: anche il pyracantha coccinea si sta buscando il fuoco batterico: occorre trattare con perconazolo- tanti auguri.
Donner und Wetter

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